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Parco dell'Orecchiella

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Il Parco naturale dell'Orecchiella si estende, con i contorni simili a quelli di un cuore rovesciato, nel territorio dei Comuni di San Romano, Sillano e Villa Collemandina agli estremi confini settentrionali della provincia di Lucca, mentre la sua estremità meridionale si colloca il paese di Corfino. Con una estensione di oltre 50 Km quadrati il Parco raggiunge la massima altitudine con i 2054 mt del monte Prado, sulla dorsale appenninica di Nord-Est, ai confini con la provincia di Reggio Emilia. Da questa parte comunica con il Parco del Gigante, assieme al quale costituisce un'area naturalistica di immenso valore. Sul fronte opposto la Pania di Corfino (mt 1603) sovrasta all'interno l'abitato di Campaiana con una veduta ad ampio respiro sino ai crinali più alti e consente allo sguardo di spaziare, all'esterno, da una parte verso l'Alpe di Caprignana e la Ripa dopo aver attraversato l'Orecchiella vera e propria e, dall'altra, verso Sulcina in San Romano fino ad abbracciare l'intera Valle del Serchio. Ed è proprio alle pendici del versante Ovest della Pania, sovrastato dai suoi possenti bastioni, che è stato creato, su una vasta area calcarea, l'Orto Botanico, con l'intento di preservare le specie floreali in via d'estinzione e mostrare ai visitatori quelle che comunque abbiano valenza naturalistico sull'Appennino.
La conformazione geologica e la morfologia del Parco presentano aspetti contrastanti tra loro. Le asprezze calcaree della Pania di Corfino da un lato e le cave di marmo di Sassorosso ormai abbandonate dall'altro, si alternano al mite scorrere dell'altopiano diviso fra prati e boschi e ai delicati profili delle formazioni appenniniche di più bassa quota. Ricco di sorgenti e zone palustri, il Parco vanta un patrimonio boschivo di grande rilevanza, inserito nel contesto delle foreste Demaniali dell'Alto Serchio estese per oltre 10000 ettari in cui si alternano a cerri e castagni delle quote minori, abeti, aceri ed ontani dell'altopiano e grandi faggete, solo sporadicamente macchiate dal verde più intenso dei boschi di abete. Inoltre il Parco può vantare un patrimonio faunistico davvero considerevole. Aquila reale e falco sono primiattori in un cielo che vede volare numerosissime specie di uccelli, mentre a terra cervi, mufloni, caprioli e cinghiali, spaziano fra prati e foreste. Il Parco Naturale dell'Orecchiella si divide in tre riserve naturali: "l'Orecchiella", "la Pania di Corfino" e "Lama Rossa", tutte gestite dal Corpo Forestale, che cura anche gli aspetti della promozione, del coordinamento e della sperimentazione. Nel parco vengono compiuti anche importanti studi sul comportamento delle varie specie, grazie a particolari apparacchiature montate su macchine, che anche noi abbiamo incrociato nella nostra escursione.

LA PANIA DI CORFINO

Il massiccio roccioso della Pania di Corfino si alza a dominare con pareti ripide, con costoni aspri e talora inaccessibili, i più miti rilievi immediatamente circostanti. La Pania dunque, volgendosi da un lato verso le Apuane e la Valle del Serchio e sfidando le maestose cime dell'Appennino dall'altro, può essere considerata un balcone sull'orizzonte a tutto campo, con panorami di grande bellezza facilmente raggiungibili con percorsi di trekking accessibili a tutti nonostante la grande asprezza della montagna. Il paesaggio naturale della Pania di Corfino è diretta espressione dei particolari tipi di rocce che ne formano l'ossatura: potenti stratificazioni di calcari grigi sormontati da lembi di calcari nodulari ammonitici; si tratta, quindi, di rocce completamente differenti da quelle (arenarie macigno) invece presenti in corrispondenza della maggior parte della dorsale appenninica Tosco-Emiliana. La particolare posizione geografica della Pania, rivolta da un lato verso il mare, dall'altro verso gli Appennini,ha fatto si che si sviluppasse un flora molto diversificata, in parte tipica degli ambienti di alta quota e in parte di tipo mediterraneo. Capita così che nelle valli più fresche, abbastanza umide, come nella gola del Fiume, i più importanti componenti della compagine vegetazionale siano i faggi, piante legate ad un clima di tipo atlantico, mentre, nelle zone esposte a meridione prosperino i lecci, piante tipiche della vegetazione mediterranea, termofila e aridofila.
L'asprezza, la conformazione del terreno hanno anche favorito, come habitat, la sopravvivenza e l'abbondanza di numerose specie floreali quali le orchideacee, le genziane e altre ancora, tutte rigorosamente protette per prevenire l'estinzione per opera dell'uomo che per vari motivi è stato indotto ad intervenire su questa compagine vegetazionale, sconvolgendola e non di rado eliminandola completamente. Per quanto riguarda la fauna, la Pania ospita varie specie animali, sia tipiche della fauna garfagnina, come in particolare i cinghiali, che reintegrati nel territorio come mufloni, caprioli e cervi fra gli erbivori, e il lupo appenninico, ultimo arrivato in ordine di tempo. Tutti questi sono animali piuttosto schivi ed è possibile ammirarli soprattutto all'alba o al tramonto. Importantissime sono anche le 130 specie di uccelli, fra i quali primeggiano i rapaci, ed in particolare i due esemplari di Aquila Reale anch'essi "importati". Anche se tutte queste reintegrazioni faunistiche potrebbero sembrare improprie, in realtà contribuiscono a ripristinare quell'equilibrio ecologico che era in crisi dopo la scomparsa dei piccoli e grandi predatori. Da un punto di vista turistico, la Pania di Corfino può definirsi molto interessante, in particolare per i più sportivi che possono scegliere fra una fitta rete di sentieri da percorrersi a piedi, in mountain bike e persino a cavallo; per chi sceglie quest'ultima opzione vanno segnalati anche i numerosi punti di sosta attrezzati per il ricovero degli animali. Questo tipo di intrattenimento non è però troppo esclusivo, in quanto anche noi abbiamo superato indenni la prova. Inoltre è degna di nota la presenza dell'Orto Botanico, vanto dell'amministrazione del parco.

 

 

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